La bottega della Psicologia - Festival Psicologia 2016
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La bottega della Psicologia

Postato da Giuseppe Gioseffi on aprile 15, 2016
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A cura di Marco Cristian Vitiello

Avevamo usato e osato il termine “bottega” per lanciare il nostro evento specifico e parola fu mai più coerente con il vissuto che poi abbiamo sperimentato in occasione della prima edizione del Festival della Psicologia.

In una strada molto commerciale del quartiere EUR, tra bancarelle di frutta e calzature, che inizialmente ci percepivano come concorrenti (c’era anche qualcuno che, un po’ abusivamente pretendeva posizionare il suo banco di vendita all’interno del nostro gazebo), abbiamo cominciato a spiegare chi eravamo e cosa facevamo.

Si perché all’inizio non era ben chiaro il nostro “posizionamento”, vuoi perché la scritta sul gazebo non era ben visibile o vuoi perché nessuno se lo aspettava, ma soprattutto non era chiaro il perché gli psicologi potevano essere lì tra le bancarelle.

Man mano che dispiegavamo le nostre presentazioni e i nostri strumenti, via via che incontravamo i primi visitatori interessati, cominciavano a placarsi gli animi dei sospettosi commercianti, grazie anche al fatto che invece le persone cominciavano concentrarsi intorno a noi, divenuti all’improvviso un buon richiamo “commerciale” . “Ecco a cosa servono gli psicologi del lavoro!”, esclamava la nostra vicina del banco di scarpe, “a portà lavoro, no!?”.

E così si comincia con le nostre attivazioni (Curriculum e Bilancino delle Competenze), che attirano soprattutto i giovani (sebbene all’inizio passavano solo gli anziani di quartiere) e chi, magari inviato dalle altre piazze, ha colto la possibilità di entrare nella nostro Gazebo, anzi “bottega”, per rimettere mano al proprio vissuto correlato alla dimensione lavorativa, con tutte le paure, le speranze e le ambizioni per il futuro.

Le persone (quelle che lo hanno saputo) sono accorse e hanno dimostrato un forte apprezzamento per l’incontro con lo Psicologo del Lavoro, anche per le vie della città, dove la dimensione del lavoro come vissuto emotivo è in continuo movimento.

Photo credits: Paolo Del Signore (https://www.flickr.com/photos/padesig/3374229428/in/photostream/)